Ricevere per risplendere
“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5:16)
Se vogliamo risplendere abbiamo bisogno di olio nelle nostre lampade.
Per questo Gesù avrebbe detto ai Suoi: “Voi riceverete potenza…”, ovvero quella capacità di sopperire alla nostra mancanza virtù.
La nostra consapevolezza di tale mancanza potrebbe scoraggiarci.
Sembra quasi che, se non siamo “perfetti”, non dobbiamo neppure proclamarci cristiani.
Ma, se vogliamo raggiungere la perfezione, da qualche parte dovremo pur cominciare, diversamente non inizieremo mai.
Noi siamo Suoi discepoli non perché siamo buoni, ma perché vogliamo esserlo.
Di fronte ai valori della vita dovremmo essere fedeli alla nostra professione di fede; tutto potrebbe andare perduto a causa di toni e di modi troppo superficiali.
Questa regola vale per ogni ambito e per ogni dettaglio.
Cosa diremmo, infatti, di un quadro nel quale sono rispettate le regole della prospettiva ma che poi presenta difetti grossolani in alcuni elementi secondari, nelle forme e nella scelta del colore?
Possiamo risentirci quanto ci pare; sta di fatto che davanti al mondo siamo i testimoni di Cristo, è che esso giudica il Salvatore da chi proclama di essere salvato: i loro difetti, piccoli o grandi, diventano i difetti della loro professione di fede.
Torniamo a considerare i primi discepoli.
Come si sarebbero sentiti se avessero avuto chiaro lo scopo della loro vocazione, cioè quello di condursi e di vivere come Cristo?
L’intera portata di questo obiettivo era loro velato, ma è facile pensare in che modo sarebbero stati influenzati se l’avessero compreso appieno.
Gesù li scruta con occhi che vedono in profondità: Giovanni, Tommaso, Filippo, Simone e tutti gli altri, e dice “voi”.
Egli non sceglie qualcuno in particolare, ma li richiama tutti a condividere un’unica grande promessa.
Benedetto sia il Signore, che guarda te e me, e benché conosca le nostre mancanze dice ancora “voi”, voi riceverete potenza… e mi sarete testimoni”.
Non è ciò che abbiamo, ma quello che Egli può mettere dentro di noi che risolve ogni cosa.
Adesso possiamo considerare la sacralità della nostra vita chiamata senza timore, perché se alziamo lo sguardo troveremo la risposta ai nostri bisogni: ricevere da Dio e risplendere per gli altri.
Dio ci benedica.
A risentirci la prossima settimana.