Abbassarsi per essere innalzati
“Umiliatevi… affinché Egli v’innalzi” 1 Pietro 5:6
L’orgoglio è sicuramente il peccato peggiore e la radice di molti altri mali che necessariamente ne conseguono.
Colui che è orgoglioso di cuore è odioso davanti agli uomini e dinanzi a Dio.
Egli lo terrà a distanza e, alla fine, lo convocherà in giudizio.
Quanto è sconveniente e assurdo l’orgoglio degli esseri umani!
Siamo così dipendenti da Dio, così peccatori davanti alla Sua santità, che ogni peccatore dovrebbe piegarsi umilmente alla Sua presenza.
Al contrario, Dio ama l’umile di spirito e dimora con chi ha un cuore rotto e contrito.
Egli favorisce l’umile e lo ricompensa, mentre chi è soddisfatto di sé e si rivela orgoglioso viene mandato via a mani vuote.
Ecco quindi il metro di misura del carattere che oggi andremo a considerare, tenendo conto che, nel futuro, i termini saranno radicalmente capovolti: se ora siamo umili, al momento opportuno verremo innalzati, ma se ci mostriamo orgogliosi, saremo inevitabilmente abbassati.
Nell’esperienza dell’umiliazione Dio è all’opera, mostrandoci l’orgoglio di cui siamo colpevoli e suscitando circostanze che ci offrono l’opportunità di rettificare la nostra condotta.
Questo significa che dobbiamo accettare la censura di Dio e seguire il sentiero che Egli ha tracciato per ognuno di noi.
È indispensabile quindi una quotidiana rinuncia di noi stessi e la capacità di ridimensionarci al cospetto della grandezza di Dio.
Questa è la strada dell’approvazione divina, lungo la quale riceviamo le risorse della grazia divina, ma è anche quella di una precisa decisione morale, allorché cessiamo di avere un’elevata considerazione di noi stessi e ci sottomettiamo alla Sua volontà.
Siamo umiliati da Dio, ma dobbiamo esserlo anche ai nostri occhi.
Saremo aiutati in questa direzione dal ricordo della nostra fragilità.
E la Sua promessa di innalzarci al momento opportuno ci sarà di grande aiuto, mentre abbassiamo il nostro collo duro e moriamo all’orgoglio.
Dio ci benedica.
A risentirci la prossima settimana.